La Cascina

LA CASCINA FRA STORIA E LEGGENDA

L’edificio sorge in frazione Annunziata ai piedi del comune di La Morra , suggestivo belvedere delle Langhe. Edificato attorno al 1500, apparteneva all’ordine dei benedettini di Mercenasco . I monaci chiamarono il luogo “Cascina Luciani”, nome che deriva dalla luce che ha sempre caratterizzato questo angolo di terra calda, luminosa, generosamente baciata dal sole. Nello spirito dell’ “Ora et Labora” i monaci vissero qui per oltre trecento anni meditando e dissodando le grasse zolle di terra di Langa. Sul Bricco Luciani, come allora, la neve si dissolve d’incanto mentre attorno il manto bianco copre i terreni: un arcano inspiegabile in tempi antichi.

 La superstizione popolare rinominò il “Bric”,  “Collina del Diavolo”, perchè il “maligno” sotto la calda e misteriosa collina accendeva il suo calderone infernale!

 Oggi tutto è spiegabile scientificamente, dai microclimi o dalle correnti calde che scorrono nel sottosuolo. Ma qualcosa dell’antico mistero rimane.

 

La Cascina dedicata al pontefice Pio VII, che incoronò imperatore Napoleone Bonaparte, fu ospite alla Cascina nel 1758 quando era semplicemente don Luigi Barnaba Chiaramonti da Cesena.Un. uomo di grande carisma, amante dell’arte e delle cose buone della vita. Di quel soggiorno indimenticabile una cronaca del 1804 ricorda un suo significativo commento: “ Ah, Morra! Bel cielo, e buon vino!”

La cascina fra le colline

PAESAGGIO, SENTIMENTO E SAPORI

Nel nostro dialetto le“Langhe” sono le colline. Si rincorrono morbide e sembrano infrangersi nell’orizzonte ai piedi della “Grande Muraglia” alpina tra le brume che nascono dai ghiacci. Lo spettacolo è splendido visto dalle terrazze panoramiche offerte dai borghi medievali arroccati alle sommità. I paesi mostrano antiche case in pietra, vicoli come pertugi, torri castelli e mura baluardi difensivi di un mondo nato dalla cultura dei Romani ma passato attraverso tumulti e anarchia nella buia sofferenza delle razzie barbare. Ogni giogaia di colline e ogni vallata, ha usi tradizioni e dialetti diversi. Le nostre genti hanno costruito nei secoli con il lavoro e la fatica, vita e cultura di una “civiltà contadina” vissuta in simbiosi con la terra. Zolle generose hanno prodotto grandi eccellenze, le migliori primizie , vini straordinari, carni e formaggi di qualità esclusiva, unicità che la cucina della tradizione ha trasformato nel tempo in ricette e piatti che appartengono alla storia della gastronomia italiana.

 

 TERRA E LETTERATURA

Questa Langa ha ispirato il genio di Cesare Pavese che ha illuminato la nostra letteratura. Rivive il passato degli amari episodi della guerra partigiana nelle pagine dei romanzi di Beppe Fenoglio. A volte, lo scrittore sembra materializzarsi nel turista che ripercorre i luoghi dei suoi romanzi camminando in vista di Murazzano. Pare di ritrovarlo nell’espressione di un volto assorto o nell’accenno di un sottile sorriso sullo sfondo del paese aggrappato sull’alto del colle. L’emblematico “Partigiano Jonni” trasposizione dell’autore combattente ad Alba sembra tornare a rivivere nel vento che porta il tepore del mare.

 

 

UN “MONASTERO” DI VINI

Non possiamo parlare dei nostri prodotti senza ricordare il nonno, Alessio Grasso, vinificatore a Treiso che nel 1926 acquistò, dall’Opera Pia Barolo, l’attuale proprietà per coltivare la terra e produrre vino. Le uve della Cascina sono coltivate nei terreni di nostra  proprietà nei comuni di La Morra, Roddino e Monforte d’Alba. La Langa è un “moto Ondoso” di vigneti che disegnano ovunque il territorio, da Serralunga a Barolo da Castiglione a Verduno da Grinzane  a Diano e Roddi: abbiamo il privilegio di essere al centro di questo paradiso dell’enologia! La lavorazione del vino è quella tradizionale del nonno, evolvendo negli anni con nuove tecnologie di vinificazione.